giovedì 31 maggio 2007

UN RICORDO D'AMORE

Rimane solo un ricordo di te,
le tue carezze,i tuoi baci
le tue parole d’amore,
il tuo sorriso e la voglia d’amare.
Un ricordo prigioniero che racchiuderò
nella mente.
Dunque come farò se le mie mani
non possono più accarezzarti?
Come farò se non posso più sentire
il calore del tuo corpo?
Come farò se le mie labbra non possono
più sentire la tua bocca.
Ti ho perduta per sempre,
oggi il mio cuore è arido come
una stella spenta
(Cistaro Antonio)

TRISTEZZA

Mi affaccio alla finestra,travedo tra i vetri annebbiati la pioggia,
che picchia sulle tegole delle case. E un passerotto infreddolito in cerca di cibo, con un’aria impaurita e triste, si avvicina sul davanzale.
In lontananza una nebbia grigia copre il paesaggio; ho che tristezza?

Non vedo nulla , mi piange il cuor. Intorno tutto tace, un silenzio tombale si sprigiona nell’aria, il passerotto sul davanzale con un squittir si alza in volo, e se ne va.Ho! Che tristezza. La pioggia continua a cadere
bagnando i petali di rose e gli alberi in fior. Al calar della sera

il mando di nebbia grigia
si levò; e un raggio di sole riapparve nel cielo, asciugando le lacrime ai petali di rose.

Cistaro Antonio

domenica 6 maggio 2007

VAGANTO NELLO SPAZIO - LA SOLITUDINE

Vorrei!Agganciarmi come una navicella spaziale
esplorare dentro di tè,
è sentire l’energia, e il calore del sole.
Sfiorandoti con le mani
il viso tra l’orecchie e i capelli,
e gridare lassù a tutto il mondo intero
ti amo.

LA SOLITUDINE
Dolce veleno che scorre
come un fiume in piena nella mente,
che mi trascina come un granello di sabbia
in fondo all'oceano senza fine.
Solitudine che cuor non ai
lascia i miei pensieri
liberri d'amare.
(Cistaro Antonio)

sabato 5 maggio 2007

L'EMIGRANTE

A! se potessi ritornare da te
mia bella Calabria,
dai tuoi bei monti coperti
di castagni faggi e pinete.
Anche il sol si specchia
dentro i tuoi mari,
mia bella Calabria
lontano da te devo restare
per poter guadagnare
un pezzo di pane,
e poi posso ritornare.

(Cistaro Antonio)

LA GINESTRA

Una mattina di maggio
me ne andai a passeggiare
in campagna,
sentì un profumo soave
che si spargeva nell’aria.
Vide un mantello color giallo
di ginestre, è pensai:
Pittore delle tue mani divini
maestro dell’universo
che ci dai la bellezza
che l‘umanità non apprezza.
Ginestra,
del tuo manto giallo
profumato,
che copri la collina.
Come un canto di una sirena
mi catturi con il tuo profumo
Ubriacante.
Cistaro Antonio (22/5/2006).

venerdì 4 maggio 2007

La montagna


La montagna tranquilla
solitaria.
Sei come un vecchio saggio
circondato d’ uccelli,
saltellando di un ramo all’altro
facendoti compagnia.
Io uomo della valle
ti vengo incontro
tra l’inquinamento
delle macchine
e il caldo dell’asfalto,
tu mi dai tranquillità
che altrove non ce là.

Chiudo gli occhi
un solo istante,
sento una musica
di un grande maestro
che scende tra i pentii
della montagna,
avvicinandosi verso di me.

Una musica dolce è riposante
ch'entra nel mio cuore.
Apro gli occhi e vedo scorrere il ruscello
a valle,
con le sue acque limpide spumeggianti
accompagnato dal canto degli uccelli.

Cistaro Antonio