martedì 10 luglio 2007

UN GIORNO DI FESTA

Le campane,squillano a festa
Si ode vicino e lontano
un suono senza fine.
Le fanciulle vestite di molti color,
sembrano fior di primavera.
Il prete pian piano nella piazza
saluta con la mano,
ciò che vede e ciò che sente.
Le vecchiette con la veste scura
il fular sul capo; e la schiena curva,
pian piano si recano in chiesa.
E’ festa,e festa, della Madonna
del Carmine?
La piazza affollata dalle bancarelle,
la giostra che gira,
un bimbo che piange , il suo
palloncino vola via,e la processione si avvia.
Alla tard della sera il
schioppiettio dai fuochi
d’artificio illumina il paesaggio.
E festa,e festa della Madonna del Carmine.
Antonio Cistaro

lunedì 9 luglio 2007

G.CARDUCCI: PIANTO ANTICO

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
Gesuè Carducci

La poesia"Pianto antico"fu scritta da Giosuè Carducci nel 1871 in memoria del figlioletto Dante. Il poeta aveva messo questo nome al figlio perchè era il nome di suo fratello, Dante appunto, morto in giovane età. Ma, come molti dicono, a volte il nome si porta appresso un destino e il piccolo Dante morì in tenerissima età.Giosuè Carducci rimase sconvolto dalla perdita del suo unico figlio maschio e fra i versi di questa poesia si può leggere tutta la sua tristezza: il dolore dell'uomo sulla morte che colpisce gli innocenti.
Egli ricorda quando il bambino tendeva la mano verso i rami del melograno fiorito,pieno di fiori rossi , e con i suoi giochi riempiva il giardino di allegria.Fa un paragone fra l'albero,che nonostante tutto continuerà a fiorire nel silenzioso giardino da poco tornato a fiorire grazie alla primavera,e la sua vita che ha perso il suo unico fiore ed è come una pianta ormai secca. Pensa che il melograno ,dopo l'inverno,con il sole e con il calore, continuerà a fiorire ancora,mentre il suo bambino,che rimane nella terra gelida,non potrà essere risvegliato da nessun sole e nemmeno dal suo immenso disperato amore.

venerdì 6 luglio 2007

AL CALAR DELLA SERA

Al calar della la sera, un velo nerocopre il paesaggio.
Tutto tace,un silenzio tombalesi sprigiona nell’aria,
nella notte magicapenso al mio amor lontano:
Un gufo nel boscocol suo canto mi fa compagnia.
Nella notte triste e buiascrivo questa poesia,
la poesia della notte,e notte ,
notte fonda,tutto tace,tutto dorme.
I grilli, cantano in coro,le lucciole,
luccicano come piccole stelle nell’aria.
Con un tocco di magia il velo
nero va via, e l’alba che arriva.Il bosco si risveglia in armonia
con il canto degli uccelli in allegria,il poeta insonnolito,
da una notte bianca,pensa ancor
al suo amor lontano.
Antonio Cistaro


martedì 3 luglio 2007

I GIORNI PERSI DELLA MIA VITA


Tu malattia della mia vita,
inseparabile compagna fedele,
ch’entrasti dentro di me.

Mi hai legato con le catene
privandomi della mia libertà,
dandomi tristezza e malinconia.

Come farò recuperare i miei giorni
belli perduti della mia vita!
trascorsi da sofferenza e dolore?

Maledetta malattia che ti sei impadronita
del mio corpo,
tenendomi prigioniero con le catene,
in una tomba oscura senza via d’uscita.

All’improvviso un miracolo si avverò,
la compagna inseparabile si allontanò,
lasciandomi il resto della mia vita vivere
in libertà. (Antonio Cistaro)