giovedì 1 novembre 2007
sabato 4 agosto 2007
Vorrei perdermi
Vorrei perdermi e non sapere niente di niente
Non ricordare chi sono
Quando la polvere farà da padrone
Io non canterò, non parlerò, non ci sarò più
Chi si ricorderà di me?
Chi sono, lo so;
Se non lo sapessi non conoscerei
La tristezza, la solitudine, il dolore e la felicità
Vorrei perdermi e non sapere niente di niente
Tutto si può evitare, se eviti non vivi
Tutto sembra andare in un solo senso in un solo verso
Le risposte non sono mai abbastanza
Perché aggiungere ancora cose vuote, forse inutili.
Quando tutto va nel verso che tutti conosciamo
Vorrei perdermi e non sapere niente di niente.
Non ricordare chi sono
Quando la polvere farà da padrone
Io non canterò, non parlerò, non ci sarò più
Chi si ricorderà di me?
Chi sono, lo so;
Se non lo sapessi non conoscerei
La tristezza, la solitudine, il dolore e la felicità
Vorrei perdermi e non sapere niente di niente
Tutto si può evitare, se eviti non vivi
Tutto sembra andare in un solo senso in un solo verso
Le risposte non sono mai abbastanza
Perché aggiungere ancora cose vuote, forse inutili.
Quando tutto va nel verso che tutti conosciamo
Vorrei perdermi e non sapere niente di niente.
Michele D'Agostino
mercoledì 1 agosto 2007
La pioggia
Guardo la pioggia che cade sulla terra
e io non so chi sono! Penso al tempo passato, e vedo di aver vissuto
solo poche cose belle,
cose vissute in un destino vuoto, in un mondo come se
in un nulla di cose inutili, vivere e solo soffrire.
Guardo la pioggia e mi sembra finta,
come e finta questa vita,
tutto e avvolto in un velo di nebbia
dove lo sguardo non può penetrare,
e cosi il mio spirito vaga in un labirinto finto, un muro ci separa dalla realtà eio mi sento perso.
L'anima mia e al centro di un deserto ,
ormai tutto passa in fretta ,
un miraggio che finisce in bellezza,
la vita e aspra e amara,
ma l’attimo ci sfugge, mentre la pioggia ci bagna.
D'Agostino Michele
e io non so chi sono! Penso al tempo passato, e vedo di aver vissuto
solo poche cose belle,
cose vissute in un destino vuoto, in un mondo come se
in un nulla di cose inutili, vivere e solo soffrire.
Guardo la pioggia e mi sembra finta,
come e finta questa vita,
tutto e avvolto in un velo di nebbia
dove lo sguardo non può penetrare,
e cosi il mio spirito vaga in un labirinto finto, un muro ci separa dalla realtà eio mi sento perso.
L'anima mia e al centro di un deserto ,
ormai tutto passa in fretta ,
un miraggio che finisce in bellezza,
la vita e aspra e amara,
ma l’attimo ci sfugge, mentre la pioggia ci bagna.
D'Agostino Michele
martedì 10 luglio 2007
UN GIORNO DI FESTA

Si ode vicino e lontano
un suono senza fine.
Le fanciulle vestite di molti color,
sembrano fior di primavera.
Il prete pian piano nella piazza
saluta con la mano,
ciò che vede e ciò che sente.
Le vecchiette con la veste scura
il fular sul capo; e la schiena curva,
pian piano si recano in chiesa.
E’ festa,e festa, della Madonna
del Carmine?
La piazza affollata dalle bancarelle,
la giostra che gira,

un bimbo che piange , il suo
palloncino vola via,e la processione si avvia.
Alla tard della sera il
schioppiettio dai fuochi
d’artificio illumina il paesaggio.
Antonio Cistaro
lunedì 9 luglio 2007
G.CARDUCCI: PIANTO ANTICO
L’albero a cui tendevi 
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,
nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,
sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
Gesuè Carducci
La poesia"Pianto antico"fu scritta da Giosuè Carducci nel 1871 in memoria del figlioletto Dante. Il poeta aveva messo questo nome al figlio perchè era il nome di suo fratello, Dante appunto, morto in giovane età. Ma, come molti dicono, a volte il nome si porta appresso un destino e il piccolo Dante morì in tenerissima età.Giosuè Carducci rimase sconvolto dalla perdita del suo unico figlio maschio e fra i versi di questa poesia si può leggere tutta la sua tristezza: il dolore dell'uomo sulla morte che colpisce gli innocenti.
Egli ricorda quando il bambino tendeva la mano verso i rami del melograno fiorito,pieno di fiori rossi , e con i suoi giochi riempiva il giardino di allegria.Fa un paragone fra l'albero,che nonostante tutto continuerà a fiorire nel silenzioso giardino da poco tornato a fiorire grazie alla primavera,e la sua vita che ha perso il suo unico fiore ed è come una pianta ormai secca. Pensa che il melograno ,dopo l'inverno,con il sole e con il calore, continuerà a fiorire ancora,mentre il suo bambino,che rimane nella terra gelida,non potrà essere risvegliato da nessun sole e nemmeno dal suo immenso disperato amore.
La poesia"Pianto antico"fu scritta da Giosuè Carducci nel 1871 in memoria del figlioletto Dante. Il poeta aveva messo questo nome al figlio perchè era il nome di suo fratello, Dante appunto, morto in giovane età. Ma, come molti dicono, a volte il nome si porta appresso un destino e il piccolo Dante morì in tenerissima età.Giosuè Carducci rimase sconvolto dalla perdita del suo unico figlio maschio e fra i versi di questa poesia si può leggere tutta la sua tristezza: il dolore dell'uomo sulla morte che colpisce gli innocenti.
Egli ricorda quando il bambino tendeva la mano verso i rami del melograno fiorito,pieno di fiori rossi , e con i suoi giochi riempiva il giardino di allegria.Fa un paragone fra l'albero,che nonostante tutto continuerà a fiorire nel silenzioso giardino da poco tornato a fiorire grazie alla primavera,e la sua vita che ha perso il suo unico fiore ed è come una pianta ormai secca. Pensa che il melograno ,dopo l'inverno,con il sole e con il calore, continuerà a fiorire ancora,mentre il suo bambino,che rimane nella terra gelida,non potrà essere risvegliato da nessun sole e nemmeno dal suo immenso disperato amore.
venerdì 6 luglio 2007
AL CALAR DELLA SERA
Al calar della la sera, un velo nerocopre il paesaggio.
Tutto tace,un silenzio tombalesi sprigiona nell’aria,
nella notte magicapenso al mio amor lontano:
Un gufo nel boscocol suo canto mi fa compagnia.
Nella notte triste e buiascrivo questa poesia,
la poesia della notte,e notte ,
notte fonda,tutto tace,tutto dorme.
I grilli, cantano in coro,le lucciole,
luccicano come piccole stelle nell’aria.
Con un tocco di magia il velo
nero va via, e l’alba che arriva.Il bosco si risveglia in armonia
con il canto degli uccelli in allegria,il poeta insonnolito,
da una notte bianca,pensa ancor
al suo amor lontano.
Antonio Cistaro
Tutto tace,un silenzio tombalesi sprigiona nell’aria,
nella notte magicapenso al mio amor lontano:
Un gufo nel boscocol suo canto mi fa compagnia.
Nella notte triste e buiascrivo questa poesia,
la poesia della notte,e notte ,
notte fonda,tutto tace,tutto dorme.
I grilli, cantano in coro,le lucciole,
luccicano come piccole stelle nell’aria.
Con un tocco di magia il velo
nero va via, e l’alba che arriva.Il bosco si risveglia in armonia
con il canto degli uccelli in allegria,il poeta insonnolito,
da una notte bianca,pensa ancor
al suo amor lontano.
Antonio Cistaro
martedì 3 luglio 2007
I GIORNI PERSI DELLA MIA VITA

Tu malattia della mia vita,
inseparabile compagna fedele,
ch’entrasti dentro di me.
Mi hai legato con le catene
privandomi della mia libertà,
dandomi tristezza e malinconia.
Come farò recuperare i miei giorni
belli perduti della mia vita!
trascorsi da sofferenza e dolore?
Maledetta malattia che ti sei impadronita
del mio corpo,
tenendomi prigioniero con le catene,
in una tomba oscura senza via d’uscita.
All’improvviso un miracolo si avverò,
la compagna inseparabile si allontanò,
lasciandomi il resto della mia vita vivere
in libertà. (Antonio Cistaro)
inseparabile compagna fedele,
ch’entrasti dentro di me.
Mi hai legato con le catene
privandomi della mia libertà,
dandomi tristezza e malinconia.
Come farò recuperare i miei giorni
belli perduti della mia vita!
trascorsi da sofferenza e dolore?
Maledetta malattia che ti sei impadronita
del mio corpo,
tenendomi prigioniero con le catene,
in una tomba oscura senza via d’uscita.
All’improvviso un miracolo si avverò,
la compagna inseparabile si allontanò,
lasciandomi il resto della mia vita vivere
in libertà. (Antonio Cistaro)
martedì 19 giugno 2007
L' estate

L’estate e arrivata, i
raggi del sole
riscaldano i cuori innamorati
Il caldo cocente mi porta
all’ombra,
di una vecchia quercia secolare.
Con un sguardo causale,
travedo
i tracciati degli amori passati,
I raggi del sole trafiggono
il mio cuore, sofferente di un amor
passato.
Gli uccelli svolazzano;
con il beccoaperto, cercano l’acqua.Le cicale, cantano in coro,i
raggi del sole, riscalda la terra;
ed appesano,la festosa signora
vestita di verde.
Solo la guercia, resiste all’ardente sole.
Io
penso al mio amore...
Che aveva; il bacio più caldo,
ed è; molto più
bello.
Antonio Cistaro
venerdì 15 giugno 2007
La mia stella

Sei
la mia stella, che nasce la mattina e non tramonta mai,
che mi dà energia e forza di vivere.
Un mattino
alzai la testa verso il cielo e
vide la mia stella spenta,
il mio cuore per un attimo si fermò.
La mia stella che mi dava energia
e voglia di vivere non c’è più,
ma quanto guardo verso il cielo
mi sembra di vederla ancora;
cosi mi dà la forza di andare avanti.
Ho comunque amato una stella che si è spenta
lasciandomi un pugno di cenere nel cuore,
che batteva d’amore per lei.
Mi ai catturato con il canto di una sirena ,
non ti dimenticherò mai
anche se tu non mi ami più.
L’amore è come il vento ti fa soffrire e sene va, lasciando il mio cuor
che mi dà energia e forza di vivere.
Un mattino
alzai la testa verso il cielo e
vide la mia stella spenta,
il mio cuore per un attimo si fermò.
La mia stella che mi dava energia
e voglia di vivere non c’è più,
ma quanto guardo verso il cielo
mi sembra di vederla ancora;
cosi mi dà la forza di andare avanti.
Ho comunque amato una stella che si è spenta
lasciandomi un pugno di cenere nel cuore,
che batteva d’amore per lei.
Mi ai catturato con il canto di una sirena ,
non ti dimenticherò mai
anche se tu non mi ami più.
L’amore è come il vento ti fa soffrire e sene va, lasciando il mio cuor
oppresso senza pietà.
Che farò se la mia carne non può sentire
il calore dei tuoi sguardi!
Perché ti o perduta per sempre.
Oggi il mio cuore è arido come una stella spenta.
Che farò se la mia carne non può sentire
il calore dei tuoi sguardi!
Perché ti o perduta per sempre.
Oggi il mio cuore è arido come una stella spenta.
Antonio Cistaro
sabato 9 giugno 2007
Amore strano
L'amore e strano
non puoi legarlo con le catene.
I sentimenti volano via,
rimangono i ricordi
e i rimpianti d'amore vissuti.
L'amore e gioia e dolore,
che ti spezza il cuor.
L'amore e strano
ti fa gioire e ti fa morire,
strano e la vita
strano sono i sentimenti,
strana sei tu
che giochi con i sentimenti altrui,
strano è la vita.
(Cistaro Antonio)
martedì 5 giugno 2007
La quieta
Mi affaccio al balcone,
vedo onde del mare
tremolante,stelle che brillano
nel cielo.
Travedo una luce in mezzo
l'acqua osccura,il pescatore,
che butta le sue rete
per la pesca.
Sospira l'acqua ,
alida il vento,nell'aria
la quieta, io sul balcone
attento l'alba che arriva.
Cistaro Antonio
sabato 2 giugno 2007
Amo la natura
Amo la natura
amo il mare,e il mio specchio
vederti e amarti come le onde nello
svolgersi all’infinito-
Sei l’aria che respiro,
l’acqua che mi disseta,
la luna che m’illumina
il cammino.
Sei il sole che riscalda
il mio pianeta.
(Cistaro Antonio)
venerdì 1 giugno 2007
Milascio morire pian piano
Angelo custode

Angelo,
proteggi la tua amica dovunque tu vada
ricordati di lei,dalle il coraggio di vivere
questi anni rimasti.
Angelo,ascolta la mia preghiera
che mi affligge l’anima,
vedere la tua amica soffrire.
Il mio cuore è trafitto da una freccia ardente
e di una ferita insanguinante è dolorosa.
Tu che puoi,aiutala ad alzarsi
proteggila nel suo cammino
finche vita avrà.
Amica che non puoi gioire
l’alba,il tramonto, il canto dell’usignolo nell’orto,
il tuo angelo non ti abbandonerà
perché ognuno di noi abbiamo per tutta
la vita un angelo custode.
proteggi la tua amica dovunque tu vada
ricordati di lei,dalle il coraggio di vivere
questi anni rimasti.
Angelo,ascolta la mia preghiera
che mi affligge l’anima,
vedere la tua amica soffrire.
Il mio cuore è trafitto da una freccia ardente
e di una ferita insanguinante è dolorosa.
Tu che puoi,aiutala ad alzarsi
proteggila nel suo cammino
finche vita avrà.
Amica che non puoi gioire
l’alba,il tramonto, il canto dell’usignolo nell’orto,
il tuo angelo non ti abbandonerà
perché ognuno di noi abbiamo per tutta
la vita un angelo custode.
(Cistaro Antonio)
giovedì 31 maggio 2007
UN RICORDO D'AMORE
Rimane solo un ricordo di te,
le tue carezze,i tuoi baci
le tue parole d’amore,
il tuo sorriso e la voglia d’amare.
Un ricordo prigioniero che racchiuderò
nella mente.
Dunque come farò se le mie mani
non possono più accarezzarti?
Come farò se non posso più sentire
il calore del tuo corpo?
Come farò se le mie labbra non possono
più sentire la tua bocca.
Ti ho perduta per sempre,
oggi il mio cuore è arido come
una stella spenta
le tue carezze,i tuoi baci
le tue parole d’amore,
il tuo sorriso e la voglia d’amare.
Un ricordo prigioniero che racchiuderò
nella mente.
Dunque come farò se le mie mani
non possono più accarezzarti?
Come farò se non posso più sentire
il calore del tuo corpo?
Come farò se le mie labbra non possono
più sentire la tua bocca.
Ti ho perduta per sempre,
oggi il mio cuore è arido come
una stella spenta
(Cistaro Antonio)
TRISTEZZA
Mi affaccio alla finestra,travedo tra i vetri annebbiati
la pioggia,
che picchia sulle tegole delle case. E un passerotto infreddolito in cerca di cibo, con un’aria impaurita e triste, si avvicina sul davanzale.
In lontananza una nebbia grigia copre il paesaggio; ho che tristezza?
Non vedo nulla , mi piange il cuor. Intorno tutto tace, un silenzio tombale si sprigiona nell’aria, il passerotto sul davanzale con un squittir si alza in volo, e se ne va.Ho! Che tristezza. La pioggia continua a cadere
bagnando i petali di rose e gli alberi in fior. Al calar della sera
il mando di nebbia grigia si levò; e un raggio di sole riapparve nel cielo, asciugando le lacrime ai petali di rose.
Cistaro Antonio

che picchia sulle tegole delle case. E un passerotto infreddolito in cerca di cibo, con un’aria impaurita e triste, si avvicina sul davanzale.
In lontananza una nebbia grigia copre il paesaggio; ho che tristezza?
Non vedo nulla , mi piange il cuor. Intorno tutto tace, un silenzio tombale si sprigiona nell’aria, il passerotto sul davanzale con un squittir si alza in volo, e se ne va.Ho! Che tristezza. La pioggia continua a cadere
bagnando i petali di rose e gli alberi in fior. Al calar della sera
il mando di nebbia grigia si levò; e un raggio di sole riapparve nel cielo, asciugando le lacrime ai petali di rose.
Cistaro Antonio
domenica 6 maggio 2007
VAGANTO NELLO SPAZIO - LA SOLITUDINE
Vorrei!Agganciarmi come una navicella spaziale
esplorare dentro di tè,
è sentire l’energia, e il calore del sole.
Sfiorandoti con le mani
il viso tra l’orecchie e i capelli,
e gridare lassù a tutto il mondo intero
ti amo.
esplorare dentro di tè,
è sentire l’energia, e il calore del sole.
Sfiorandoti con le mani
il viso tra l’orecchie e i capelli,
e gridare lassù a tutto il mondo intero
ti amo.
LA SOLITUDINE
Dolce veleno che scorre
come un fiume in piena nella mente,
che mi trascina come un granello di sabbia
in fondo all'oceano senza fine.
Solitudine che cuor non ai
lascia i miei pensieri
liberri d'amare.
(Cistaro Antonio)
sabato 5 maggio 2007
L'EMIGRANTE
A! se potessi ritornare da te
mia bella Calabria,
dai tuoi bei monti coperti
di castagni faggi e pinete.
mia bella Calabria,
dai tuoi bei monti coperti
di castagni faggi e pinete.
Anche il sol si specchia
dentro i tuoi mari,
mia bella Calabria
lontano da te devo restare
per poter guadagnare
un pezzo di pane,
e poi posso ritornare.
dentro i tuoi mari,
mia bella Calabria
lontano da te devo restare
per poter guadagnare
un pezzo di pane,
e poi posso ritornare.
(Cistaro Antonio)
LA GINESTRA
Una mattina di maggio
me ne andai a passeggiare
in campagna,
sentì un profumo soave
che si spargeva nell’aria.
Vide un mantello color giallo
di ginestre, è pensai:
Pittore delle tue mani divini
maestro dell’universo
che ci dai la bellezza
che l‘umanità non apprezza.
Ginestra,
del tuo manto giallo
profumato,
che copri la collina.
Come un canto di una sirena
mi catturi con il tuo profumo
Ubriacante.
Cistaro Antonio (22/5/2006).
me ne andai a passeggiare
in campagna,
sentì un profumo soave
che si spargeva nell’aria.
Vide un mantello color giallo
di ginestre, è pensai:
Pittore delle tue mani divini
maestro dell’universo
che ci dai la bellezza
che l‘umanità non apprezza.
Ginestra,
del tuo manto giallo
profumato,
che copri la collina.
Come un canto di una sirena
mi catturi con il tuo profumo
Ubriacante.
Cistaro Antonio (22/5/2006).
venerdì 4 maggio 2007
La montagna

La montagna tranquilla
solitaria.
Sei come un vecchio saggio
circondato d’ uccelli,
saltellando di un ramo all’altro
facendoti compagnia.
Io uomo della valle
ti vengo incontro
tra l’inquinamento
delle macchine
e il caldo dell’asfalto,
tu mi dai tranquillità
che altrove non ce là.
Chiudo gli occhi
un solo istante,
sento una musica
di un grande maestro
che scende tra i pentii
della montagna,
avvicinandosi verso di me.
Una musica dolce è riposante
ch'entra nel mio cuore.
Apro gli occhi e vedo scorrere il ruscello
a valle,
con le sue acque limpide spumeggianti
accompagnato dal canto degli uccelli.
Cistaro Antonio
solitaria.
Sei come un vecchio saggio
circondato d’ uccelli,
saltellando di un ramo all’altro
facendoti compagnia.
Io uomo della valle
ti vengo incontro
tra l’inquinamento
delle macchine
e il caldo dell’asfalto,
tu mi dai tranquillità
che altrove non ce là.
Chiudo gli occhi
un solo istante,
sento una musica
di un grande maestro
che scende tra i pentii
della montagna,
avvicinandosi verso di me.
Una musica dolce è riposante
ch'entra nel mio cuore.
Apro gli occhi e vedo scorrere il ruscello
a valle,
con le sue acque limpide spumeggianti
accompagnato dal canto degli uccelli.
Cistaro Antonio
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